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Curiosità d’archivio

Pubblicato da il 19 Luglio 2013

Dagli archivi della Confraternita di Santa Maria dei Bianchi

7 maggio 1656.

Nella riunione svoltasi dopo la processione della Madonna della Stella, il priore Giovan Antonio Melosi, conoscendo le necessità della Compagnia, propose “che si dovesse fare una stanza nella casa della detta Compagnia esistente appresso alla Sagrestia e la casa del Sig. Giulio Orlandi dalla parte di dietro, per servitù di detta Compagnia per alcuni suoi bisogni. Et anco si dovesse fare una buca con sua ruota per ricevere i bastardelli che giornalmente vengono nel nostro ospedale acciò che dallo spedaliere più facilmente si dovessero trasportare ai luoghi soliti e questo per evitare ogni inconveniente che alla giornata potriano nascere.” Le due proposte furono accolte e si decise, per i lavori della stanza e della ruota, di “farne scrittura con il muratore che lavorerà sopra detta fabrica”. Si passò poi a nominare il nuovo spedaliero, nella persona di Lodovico Maggiolini e sua moglie per un anno

16 maggio 1686.

La Congregazione, riunita nel solito oratorio, decise “di fare il Christo” – 1-christo

tutti i fratelli espressero parere favorevole.

dicembre 1686.

La congregazione dei sei uomini, riuniti nel solito oratorio, decide di procedere all’elezione dell’ospedaliere. Due sono i candidati che si offrono di svolgere tale incarico, obbligandosi di “portare i bastardelli al Piegaro senza alcun pagamento e similmente condurre gli infermi dove solito gratis”, Domenico di Antonio dell’Arcangela e Carlo Antonio Brossi. Si decise di esprimere il voto su ciascun candidato e risultò più votato Carlo Antonio Brossi.

20 gennaio 1698 in Città della Pieve

Radunata la Congregazione al numero sufficiente de fratelli nel solito Oratorio della Venerabile Compagnia de Bianchi di detta città, il sig. Don Giovan Battista Maggiolini, uno degli infrascripti fratelli, alzatosi in piedi disse esser esso stato mandato alla Congregatione dal Reverendissimo sig. Vicario Generale con una littera scrittagli dall’Illustrissimo sig. Vescovo, quale da esso letta, si ritrova che il detto Monsignor Vescovo pregava in essa il suddetto signor Vicario che volesse procurare che la Venerabile Compagnia de Bianchi volesse unirsi con la venerabile Compagnia della Misericordia e di due farne un sol corpo ad effetto che con questa unione si potessero la maggior parte dell’entrate di esse compagnie applicare all’Ospedale da eregersi per benefizio de poveri infermi e peregrini, come è nell’intenzione di detto Monsignor Vescovo, onde esso Sig. Maggiolini esortò pubblicamente tutti li fratelli a far quest’unione avendo per suo fine un’opera così pia, come si è lo spedale e dalla maggior parte delli coadunati fratelli fu detto ad alta voce esser essi in obbligo di mantener la loro propria compagnia”. Il molto illustre sig. Alfonso Brizi priore disse che ogni volta che gli piaccia di far quest’unione, paia bene rimetter a otto uomini fratelli nostri da nominarsi da esso a uno per uno che possino essi fratelli disporre per tutto il corpo della Compagnia et a nome di essa, ad arbitrio loro intorno alla suddetta unione della nostra Compagnia con quella della Misericordia; ” et allora di nuovo tutti li fratelli si risentirono con dire che vogliono mantenere illibata la candidezza della Verginità di Maria e della purità di San Giuseppe, sotto i di cui vessilli risulta la nostra Compagnia con il portare per sempre le vesti bianche, né oscurabile con il negro della Compagnia della morte. Il detto sig. Priore allora impose il silenzio, comandò che la di lui proposta fosse messa a partito, come fu fatto e fu persa per quattordici soli voti favorevoli” (erano presenti 61 fratelli)

ottobre 1712

 Si procede nella Congregazione alla elezione del nuovo ospedaliere, dopo aver letto la supplica di Ponziano di Sante a condizione che egli si obblighi a trasportare gli infermi dov’è solito gratis e di trasportare i bastardelli a Piegaro senza alcun pagamento e senza il minimo stipendio.

Nella riunione interviene Don Antonio Giubilei, il priore, dicendo che l’ospedale “era stato istituito ad effetto che per tre giorni continui fossero stati ricettati i poveri viandanti bisognosi e mascolini, ma che oggi ivi si ricettavano persone benestanti, discoli, ladri, borsaioli et altri malviventi per il che continuamente nascevano in detto ospedale sconcerti e disordini. Per rimediare a tali inconvenienti detto Sig. Priore consultò che per l’avenire dall’ Ospedalieri non si fanno riceute e refugiate persona alcuna nel nostro ospedale quale non avesse mostrato e consegnato un bollettino a detto ospedaliere, da darsi ai viandanti dal priore pro tempore, qual bollettino poi, quale doveva essere segnato con il sigillo della nostra Compagnia con la sottoscrizione del signor Priore, consegnato che sarà dai viandanti e passagieri all’ospedale doverà a tale persone dargli ricetto per tre giorni e tre notti e non più con obbligo di riportare all’ospedaliere i bollettini che riceverà dopo i tre giorni…”, se l’ospedaliere accoglierà viandanti per più di tre giorni senza bollettini sarà licenziato dal priore pro tempore.

11 marzo 1713

 “Raddunati i fratelli  nella nostra Congregatione in numero di ventitrè, il molto Illustre Sig. Don Antonio Giubilei al presente priore, avendo imposto a tutti i fratelli il silenzio, rappresentò che la Chiesa della nostra Compagnia per il suo piccolo recinto non era capace in conto alcuno di ricevere tutto il populo nei giorni festivi et in particolare nelle feste del Santissimo Natale del quale ci si celebra la festa, e della Pasqua di Resurretione, ne concorre grand’affluenza de fedeli, e che stimava bene che si dovesse venire alla fabbrica di nuova chiesa da ridursi nel nostro Ospedale a tenore del decreto di Mons. Illustrissimo e Reverendissimo Anselmo Dandini fatto in occasione che si portò qua con la figura di visitatore e commissario apostolico. Soggiunse detto Sig. Priore che non essendoci  né robba né denari sufficienti per il compimento di detta fabbrica stimava bene che si dovesse vendere a Mons. Illustrissimo e Reverendissimo Fausto Guidotti nostro Vescovo la stalletta contigua detto Ospedale e alla casa del Sig. Giuseppe Tassuoli, quale presentemente ritiene a pensione il detto Prelato per servizio delle sue mule.

Doppo detto Priore significò che, accordata dai fratelli la sopradetta fabbrica, era bene di eleggere per sopraintendenti della medesima dui fratelli senza speranza però di detti fratelli di minimo riconoscimento, i quali prima avessero riconosciuto la valuta della stalletta e lo stato della fabbrica e per tale effetto pareva che avessero grand’abilità i Sig.ri Francesco Maria Oddi Priore antecessore, Ascanio Angeli al presente Camerlengo.” La proposta della nuova fabbrica della chiesa fu messa ai voti e approvata con 20 voti favorevoli e 3 contrari. Anche la nomina dei due soprintendenti alla fabbrica fu approvata con 22 voti favorevoli e 1 contrario.

Alla riunione erano presenti:

1) Don Antonio Giubilei, priore

13) Giuseppe Tassoli

2) Don Francesco Manni, sottopriore

14) Adriano Ciani

3) Francesco Maria Oddi

15) Domenico Buonomini

4) Sebastiano Bigonselli

16) Don Girolamo Smagli

5) Giovan Girolamo Orlandi

17) Paul Girolamo Rinaldi

6) Giacomo Sassetti

18) Antonio Graziani

7) Niccola Cecchetti

19) Giuseppe Tetti

8) Antonio Pio Ciani

20) Domenico Ciani

9) Giuseppe Antonio Cecchetti

21) Giovan Simone Grassi

10) Domenico Maria Rinaldi

22) Francesco Ciani

11) Carlo Maria Maccarini

23) Silvestro Laurenti segretario

12) Ascanio Angeli, camerlengo

 Al termine della riunione il Priore consegna al segretario la copia del Decreto, sopraricordato, emesso da Mons. Dandini il cui contenuto è il seguente ( il testo è la copia in latino del Decreto; l’ho tradotto, abbreviandolo in italiano):

Poiché ho saputo che i fratelli della Confraternita del Confalone, chiamata dei Bianchi, vogliono ridurre il loro ospedale in chiesa, secondo un disegno che prevede una forma ampia e adeguata dove è possibile, su un lato, aprire una porta che colleghi la nuova con la vecchia chiesa, che rimane cappella o oratorio e se a questa chiesa sarà trasferita la cura delle anime che io (Anselmo Dandini, visitatore e commissario apostolico) avevo, con un precedente decreto, destinato alla chiesa di S. Maria Maddalena, poiché la nuova chiesa è molto comoda per tutto il Terziere Casalino, perché è costruita al centro del Terziere nella via più ampia “et magnifica” e i parrocchiani desiderano venerarvi il SS. Sacramento, che qui potrà essere maggiormente adorato, io ordino al Vicario Apostolico di provvedere con ogni mezzo opportuno a rendere esecutiva la decisione della Confraternita, così che la detta chiesa venga costruita e adornata ed in essa venga trasferita la parrocchia. Firmato Anselmus Prothonotatius Dandinus visitator et Commissarius Apostolicus”.

13 aprile 1720

… Il Priore disse che era necessario che la Compagnia provvedesse “a far l’ospedale tanto necessario per ricetto de poveri che vanno per il mundo”. Si è pensato di proporre di “erigere detto ospedale nelle case spettanti al V. Seminario di questa città, poste fuori della porta del Vecciano, confinanti col Venerabile Convento de Padri Serviti, le quali case stanno presentemente ad uso d’osteria, quando prima et in tempo del Beato Giacomo nostro concittadino erano ad uso d’ospedale e avendo preinteso che anche la V. Compagnia di S. Maria Maddalena voglia pigliare e comprare una parte di dette case per uso dell’ospedale per i pellegrini, potendosi dividere dette case tanto per l’uno che per l’altro ospedale, quindi è che si propone a tutto il presente corpo della nostra venerabile Compagnia se si debba fare tal passo con permutare col V. Seminario i beni della nostra Compagnia consistenti in case col sito che si stimarà necessario per l’ospedale in detta casa dell’osteria, e quando resti vinta la proposta, si elegghino due fratelli ad effetto che questi riconoschino il sito e commodo per fabricare detto ospedale et erigerlo in detta osteria del V. Seminario con ottenere il beneplacito Apostolico”.

La proposta è accolta con 27 voti favorevoli e 3 contrari. I due uomini eletti, come proposto, sono Giovan Filippo Brizzi, priore e Antonio Giubilei.

1 ottobre 1741

Nella riunione dei confratelli si propone di affidare a Stefano Cremoni, stuccatore, di “fare stuccare questa nuova chiesa, cioè ad uso d’arte e a norma de capitoli” fatti con detto sig. Cremoni con uno stipendio di scudi 180, con il patto però che la compagnia provvedesse a fornire un muratore, che debba lavorare ai tre altari e rispettivi cornicioni, risarcendoli dove necessario e che la Compagnia fornirà “gesso, marmo pesto, calce, bianco e arena lavata”.

Poiché la Compagnia non ha denaro al momento, si propone, vista l’importanza del lavoro che porterebbe a compimento la fabbrica della nuova chiesa, di prendere in prestito la somma di 250 scudi, dei quali 50 servono per chiudere un precedente debito con il sig. Fargna.

La proposta è approvata a maggioranza di voti.

a di 8 settembre 1814                         

Ripristinata per grazia del sommo Iddio la nostra Compagnia di S.Maria dei Bianchi per il felice ritorno del governo pontificio dopo quattro anni  incirca di soppressione fatta dal passato governo francese. Per ordine del Fratello Sig.Basilio Taccini Priore avanti la soppressione s’intima sotto questo giorno la Congregazione dei Fratelli quali previo il solito suono della campana della nostra Chiesa e l’invito del Fratello Mandatario si sono adunati gl’infrascritti fratelli…

Si propone in secondo luogo dai suddetti candidati  che sarebbe cosa buona mantenere a spese della Confraternita tutte le feste solite farsi nella chiesa di S.Agostino dove fino ad ora è stata rifugiata la nostra Compagnia,  e questo fino al ritorno dei religiosi o chiunque altro possa venire in Rettore della Chiesa e passare ai segretari ed altri inservienti quell’ andamento … ”

 

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