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La “chiesarella”

Pubblicato da il 29 Giugno 2012

 

La chiesa della Confraternita è la chiesa di Santa Maria dei Bianchi, comunemente detta la “chiesarella”.

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da “NELLA PATRIA DEL PERUGINO” di Mons.F.Canuti pag. 87 e seg.

Sulla via del Casalino esisteva già un piccolo Ospedale con l’annessa Chiesa dedicata alla Madonna, in cui aveva sede la Compagnia dei “Disciplinati” la quale, oltre a varie opere di religione, esercitava uffici di pietà e di assistenza verso i poveri infermi…

La Confraternita fu aggregata il 12 settembre 1652 a quella del Gonfalone di Roma, ed allora prese il nome di “Confraternita del Gonfalone”. Nel 1698 si tentò di riunirla a quella, pure antichissima, della Misericordia; ma i Confratri in grande maggioranza insorsero contro tale proposta, non volendo “macchiare la candidatezza della verginità di Maria e della purità di S.Giuseppe con il negro della Compagnia della morte”. Questo sia detto per rilevare di quale spirito fossero allora animate queste Pie Istituzioni.

Per gli uffici divini e per le radunanze aveva una piccola chiesa sulla via del Casalino, che fu poi restaurata e consacrata da Mons.Muti nel 1679, come anche oggi si può leggere in una epigrafe murata nell’interno, sopra l’ingresso.

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Nel 1600, allorchè venne qui inviato, dal Pontefice Clemente VIII, il Visitatore Mons.Dandini, i confratri fecero a Lui conoscere, come la piccola chiesa, nelle grandi solennità, fosse incapace di contenere tanto pubblico, e che era quindi necessario di costruirne un’altra di maggiore ampiezza. Allora il Visitatore decretò che la erezione fosse fatta sulle case fino allora adoperate per uso Spedale, vicino alla Chiesa della Confraternita. I Confratri aspettarono più di un secolo prima di dare esecuzione alla volontà di Mons.Dandini, e quando lo fecero, richiamarono nelle loro deliberazioni le disposizioni di quel Visitatore Apostolico.

Nel 1714, la fabbrica era incominciata; e non esistendo più il vecchio Ospedale, nel 1720 i Confratelli ragionavano di aprirne un altro nei locali del già soppresso Ospedale del B.Giacomo, fuori la Porta del Vecciano. Nel 1740 i lavori della nuova Chiesa erano compiuti, e nell’anno seguente si faceva una convenzione con Stefano Cremoni, stuccatore, per la quale questi si obbligava di stuccare i tre altari e il cornicione, e la Confraternita di fornirgli “gesso, marmo pesto, calce, bianco, ed arena lavata”.

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Nel 1742 il Cremoni lavorava ancora le cornici dei varj medaglioni, e nel 1743, i confessionari e l’orchestra, aiutato da Paolo Cremoni, suo cugino. In questo stesso anno il pittore romano Giovanni Miselli, dava esecuzione alle pitture del cupolino,e nel 1714 ai quadri degli ovali del presbiterio e delle pareti. Dalle memorie della Confraternita risulta che il Miselli veniva coadiuvato dal pittore paesano Sebastiano Bolletti.

Nel giugno 1746 si collocava sull’altar maggiore il quadro della “Presentazione al Tempio”, ordinato a Roma dal Duca Bonelli e da lui per metà donato alla Chiesa. I quadri degli altari laterali vennero dipinti poco prima, giacchè al Miselli veniva dato l’incarico di dipingere in uno di essi, in quello cioè della Madonna della Mercede, l’urna della Beata Margherita da Cortona. Vennero anche questi di fuori, e poichè erano più piccoli, vi furono fatte delle giunte.

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La chiesa venne riaperta al culto e benedetta appena compiuti tutti questi lavori, nell’agosto del 1746, e fu allora inaugurato anche l’organo. Rimaneva la facciata, alla quale si diede principio nel 1772, e si sa che nel 1778 non era interamente compiuta. In seguito la Chiesa non ha subito modificazioni fino all’anno 1893, in cui si eseguirono le decorazioni per mano del pittore perugino Sig.Giovanni Panti, e si fece ancora la pavimentazione in marmo. La Chiesa venne solennemente consacrata il 20 settembre di quell’anno, dal Vescovo Mons.Paolo Gregori.

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