Positiva l’iniziativa A.L.I.Ce. a Paciano

 

foto_alice_2

Il 23 marzo al Centro di Vita San Sebastiano di Paciano, A.L.I.Ce. di Città della Pieve, invitata dal Centro Sociale Anziani e dalla Libera Università Popolare, ha operato ininterrottamente dalle 8.30 alle 12.00  effettuando misurazioni di: trigliceridi, colesterolo, glicemia, pressione con rilevazione di fibrillazione atriale e tracciato dell’elettrocardiogramma. 27 le persone che si sono avvicinate ai tavoli delle misurazioni di cui 24 hanno anche effettuato il tracciato.

Un plauso agli organizzatori per l’accoglienza e  l’efficienza.

Visto l’esito positivo dell’iniziativa ci si è accordati, con i responsabili del Centro Sociale, per un altro incontro prima della fine del 2017. Diventerà così una consuetudine per A.L.I.Ce. svolgere a Paciano questo tipo di prevenzione per due volte l’anno.

Ricordiamo comunque che presso la sede  A.L.I.Ce. di Città della Pieve è possibile: effettuare le misurazioni di pressione, glicemia, colesterolo, trigliceridi dalle 10.30 alle 11.30 tutti i mercoledì; ricevere consulenze gratuite dal cardiologo,  dott. Adriano Cipriani,  un venerdì al mese e dal nutrizionista, dott. Simone Pampanelli, due mercoledì al mese. Per i due specialisti è necessaria la prenotazione telefonando al numero 0578 297091 dal lunedì al  venerdì dalle 10.30 alle 11.30 oppure scrivendo una e-mail ad aliceumbriapieve@tiscali.it

Misurazioni di pressione, glicemia, colesterolo e trigliceridi sono possibili anche a Po’ Bandino presso gli ambulatori medici, tutti i giovedì dalle 10.30 alle 11.00 ed a Moiano, sempre  presso gli ambulatori medici, il 1° e 3° martedì dalle 10.30 alle 11.30.

 

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

Prevenzione a Paciano con A.L.I.Ce.

immagine-locandina

A.L.I.Ce. di Città della Pieve giovedì 23 marzo dalle 8.30 alle 12.00 è a Paciano presso il Centro  di Vita San Sebastiano, invitata dal Centro Sociale Anziani e dalla Libera Università Popolare, per una mattinata all’insegna della prevenzione e dell’informazione contro l’ictus cerebrale. Verranno effettuate gratuitamente misurazioni di: Pressione Arteriosa con Rilevazione di Fibrillazione  Atriale, Glicemia, Colesterolo, Trigliceridi e tracciato dell’Elettrocardiogramma. Verrà distribuito materiale informativo per prevenire e riconoscere i primi sintomi dell’ictus. Sarà attivato, da parte del Centro Anziani, per chi è impossibilitato a raggiungere il luogo delle rilevazioni, un servizio di trasporto, previa prenotazione al numero telefonico 075 830128 o al cellulare 3381854469. Vieni a controllarti e ad informarti: l’ictus agisce in fretta e spesso conoscere vuol dire prevenire.

 

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

L’AVIS di Città della Pieve rinnova il Consiglio ed invita a diventare donatori

Foto medaglie Il Consiglio dell’AVIS di Città della Pieve ha terminato il suo mandato, nell’Assemblea svoltasi il 26 febbraio si sono rinnovate le cariche. Al nuovo Consiglio l’augurio più sincero di buon lavoro. Dall’Assemblea emergono però ancora una  volta la sofferenza dell’Associazione, non solo a livello locale e regionale, per il calo delle donazioni; riduzione significativa e veramente preoccupante, se si considera che  le tragedie, quali il disastro ferroviario in Puglia ed il terremoto del centro Italia,  hanno fatto accorrere ai trasfusionali numerosi donatori anche occasionali, che poi purtroppo non si iscrivono all’AVIS  e quindi non tornano a donare, con la conseguenza che nell’immediatezza di un disastro ci si trova di fronte a numeri ingenti di donatori, che non solo  mettono a dura prova i centri trasfusionali, ma soprattutto portano allo spreco di globuli rossi che, come è noto, hanno una durata di pochi mesi. Questo è grave, sottolinea il dot. Paolo Angori, infaticabile collaboratore dell’AVIS pievese, anche perché poi si rimane sprovvisti di plasma, per il regolare periodo di fermo del donatore.  Non è facile fidelizzare il donatore, far sì che questi si senta in dovere di donare con una certa regolarità; puntare sull’importanza del gesto e sull’azione preventiva svolta dall’AVIS non risulta sufficiente. Tanti, troppi non donano mai. Questo succede spesso con i giovani, probabilmente per non idonei stili di vita a cui sono abituati, ne consegue che  le AVIS si invecchiano, viene  a mancare quel  regolare cambio generazionale che farebbe stare più tranquilli. Per evitare questo è necessario individuare nuovi supporti educativi ed informativi, nuovi metodi di approccio ai giovani. Forse conviene lavorare maggiormente con le Scuole Primarie e Secondarie di Primo Grado, sperando nella bontà del sistema di educazione inversa, quella che attraverso i bambini arriva ai genitori e li induce a diventare donatori.

L’Assemblea chiude comunque in bellezza con la  consegna dalle mani del  Sindaco, Fausto Scricciolo, e dell’Assessore ai Servizi Sociali, Barbara Paggetti, delle  Benemerenze: attestati e spille. Ben 62 i premiati, tra cui vari gli ex-studenti del “Calvino”, che si sono avvicinai all’AVIS sui banchi di scuola.  20 avisini  hanno ricevuto il distintivo in rame, 19 in argento, 17 in argento dorato, 5 in oro, 1 in oro con rubino. L’AVIS ringrazia tutti i volontari che, con regolarità, si recano al trasfusionale per assolvere al compito della donazione, in particolare: Alessio Mariani che  ha “guadagnato” la medaglia d’oro con rubino, Claudio  Cianci,  Celeste Mencarelli, Marco Muzi, David Pedetta, Maurizio Peparaio che hanno ricevuto la medaglia d’oro.

Foto gruppo con alcuni premiati

Augurandosi che l’esempio di questi donatori  possa essere seguito da un numero sempre più crescente di persone, lancia una “sfida” che se raccolta  porterà sicuramente buoni risultati:  “ogni donatore porti un donatore”. 

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

Studenti al museo di Storia Naturale di Città della Pieve

 

Foto - al Museo

Il progetto alternanza Scuola-Lavoro dell’Istituto di Istruzione Superiore “Italo Calvino” – Professionale per i Servizi Commerciali – ha incluso tra le aziende e gli enti che hanno dato disponibilità per l’accoglienza di studenti, il Museo di Storia Naturale e del Territorio situato al piano nobile a palazzo Corgna di Città della Pieve.

Il Museo Comunale, gestito dai volontari del Gruppo Ecologista “Il Riccio”, grazie a questa iniziativa è aperto tutte le mattine, dalle 9.00 alle 13.00, dal 27 febbraio all’11 marzo.
Con l’occasione “Il Riccio” ha invitato le 10 classi della scuola primaria “Pietro Vannucci” – capoluogo – a frequentare dei laboratori con il naturalista Mario Morellini .Tre i giorni fissati: martedì 28 febbraio, mercoledì 1 e venerdì 3 marzo. Le singole classi hanno preventivamente potuto scegliere tra 6 tematiche proposte dall’esperto: invertebrati, ornitologia, teriologia, mineralogia, generale e speciale, fossili, botanica.
Un’occasione anche per avvicinare i più piccoli ad una realtà purtroppo poco frequentata e conosciuta. Il Museo arricchitosi ultimamente di nuove raccolte donate da privati, spazia dalle rocce e cristalli, ai vegetali con un nutrito erbario e una collezione di circa 200 tipi di semi di piante da orto anche estinte, agli animali imbalsamati tra pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi ed insetti. In queste due settimane, gli studenti Lorenzo Brigiolini ed Emanuele Convito accoglieranno i visitatori, insieme al Presidente del Riccio Riccardo Testa ed alla Tutor di progetto Carmelita Taborgna e potranno essere utili alla visita delle quattro ricche sale di cui si compone il Museo.
Si invita la cittadinanza ad usufruire di tale considerevole opportunità.

 

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

INCONTRO CON PIERO TERRACINA

 

Eleonora con Terracina-002In occasione della Giornata alla Memoria è doveroso ricordare l’incontro emozionante con Piero Terracina.

 “Non vi racconterò dell’inferno narrato da Dante e nemmeno quello delle religioni, io vi parlerò del vero inferno, quello di Auschwitz-Birkenau, io ci sono stato ed ho anche avuto la fortuna di essere uno dei pochi ad uscirne vivo e se vorrete ascoltarmi ora vi racconterò la mia storia e quella di tanti altri deportati come me”. Esordisce così Piero Terracina  il 28/09/2016 al Teatro degli Avvaloranti di Città Della Pieve dove ha tenuto un incontro pubblico molto speciale; lui, uno degli ultimi sopravvissuti della seconda guerra mondiale è venuto a parlare del suo inferno patito ad Auschwitz-Birkenau.

Manifesta subito il piacere per i molti giovani presenti in quanto li reputa depositari della memoria. Dichiara la propria sofferenza ogni volta che è chiamato a testimoniare: più di 70 anni fa la sua famiglia fu sterminata.

Comincia con il ricordare la sua vita prima della leggi razziali; fa un breve passaggio sul Manifesto della razza per dire ai giovani  che esiste una sola razza, quella umana.

Ricorda come gli  ebrei,  presenti in Italia da 22 secoli, furono costretti a fare i conti con leggi inumane.

Terracina e Samuele-001

Nel 1938 avrebbe dovuto iniziare la classe quinta elementare, sempre con la stessa maestra dalla prima, maestra che gli aveva voluto molto bene, eppure, all’inizio di quell’anno scolastico, senza nessuna emozione, gli disse che le nuove leggi non gli permettevano di stare a scuola. Da quel momento frequenterà, come tutti gli altri ragazzi ebrei, una scuola ebraica.

Con le leggi razziali gli ebrei avevano perso anche il lavoro ed era difficile andare avanti.

Ricorda le tante promesse in cambio di soldi o preziosi, promesse mai mantenute. Come quando dopo l’occupazione di Roma da  parte dei tedeschi, Kappler chiese il versamento di 50 kg. d’oro per ogni famiglia ebraica in sole 36 ore, pena la deportazione dei capi famiglia se alla scadenza l’oro non fosse stato consegnato. Oro nelle famiglie ebraiche non ce n’era e fu trovato grazie all’aiuto di tanti non ebrei. Ricorda una signora che vendeva le caldarroste vicino alla sinagoga la quale, vedendo un certo trambusto, chiese cosa stesse succedendo, le risposero che si raccoglieva l’oro per gli ebrei, sentito questo si avvicinò alla sinagoga e consegnò i suoi orecchini, l’unica cosa che aveva.

Poco dopo,  il 16 ottobre 1943, il rastrellamento del ghetto di Roma, vennero prelevate 1259 persone di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, 237 furono rilasciate perché di religione cattolica, 1022 gli ebrei deportati a cui si aggiunse un neonato, infatti il giorno dopo un’ebrea, Marcella Perugia, dette alla luce un bimbo.

Il 18 ottobre dalla stazione Tiburtina furono fatti partire per ignota destinazione.

Ad Auschwitz, il 23 ottobre 1943, solo 154 uomini e 47 donne vennero mandati al lavoro, i restanti furono subito gasati e bruciati.

Con la sua famiglia riuscì a scampare al primo rastrellamento grazie all’aiuto di un carissimo amico, di cui poi non ha saputo più nulla, che, a rischio della propria vita, riuscì a nasconderli. In quel periodo, aveva 13 – 14 anni, ricorda che lui e i suoi fratelli ogni mattina invece di andare a scuola andavano in piazza a racimolare qualche soldo e qualcosa da mangiare. Mancava tutto, c’era fame, si arrivò in questo modo al 7 aprile 1944, giorno della Pasqua ebraica; quella sera bussarono alla porta, erano le SS accompagnate da  un italiano. Concedevano loro solo 20 minuti di tempo per raccogliere le proprie cose, espressamente oggetti di valore e qualche indumento. Furono portati a Regina Coeli, ricorda quanto traumatici fossero stati i rituali di immatricolazione, ma soprattutto ha ancora in mente le raccomandazioni di suo padre: “ragazzi possono accadere cose terribili, qualsiasi cosa accada siate uomini, non perdete la dignità”. Difficile non perdere la dignità quando si ha fame, quando si è disperati, il commento che si lascia andare a seguito dell’esperienza vissuta.  Del carcere ricorda  l’umanità da parte degli altri detenuti. Dopo qualche giorno  furono deportati. Il viaggio verso Birkenau fu lungo e difficile, privazioni di ogni genere, morte, desolazione ma anche esempi di solidarietà tra deportati; si presentarono pure occasioni per scappare ma nessuno tentò di rendere concrete le opportunità  in quanto si sapeva che per ogni fuggitivo sarebbero stati uccisi 10 ebrei. Il 1° maggio a Fossoli, confessa Terracina, imparai come si muore: una SS urla in tedesco, nessuno comprende, si avvicina ad un prigioniero e gli spara alla testa, non si capisce il perché, il malcapitato portava un berretto in testa e forse la richiesta del tedesco riguardava proprio il copricapo, in particolare l’ordine di toglierlo. Il treno si fermava alle stazioni, benché ci fosse molta gente, nessuno sentì le loro richieste di acqua,  nessuno fece nulla.  Il 23 maggio l’arrivo a  Birkenau, le SS, con cani e bastoni, gridavano in tedesco, nessuno capiva nulla tranne il linguaggio universale, quello del bastone che colpiva i più anziani, i più deboli. Vennero formate due file: uomini e donne, che di nuovo  selezionati venivano inviati a destra o a  sinistra. Sulla fila di destra, sia per  gli uomini sia per le donne, finivano i bambini piccoli, i neonati con le mamme, gli anziani, i malati, era la fila dello sterminio immediato.  Da questo momento ricorda di non aver  visto più nessuno della sua famiglia. Rammenta che in circa  settanta furono portati alla sauna, una baracca dove  nudi come vermi, vennero rasati e disinfettati; un italiano, che era lì da prima, gli chiese l’età,  rispose 15 anni; gli raccomandò di mentire, di dire  che aveva 18 anni, era molto importante. La sua scheda riporta il cognome errato Piero Terracione, anni 18, numero  A5506, lo stesso tatuato al braccio che bisognava  imparare a memoria in tedesco e non era facile, pena smisurate crudeltà. Subito dopo entrarono nel lager e furono messi immediatamente al lavoro, la costruzione di canali per far defluire l’acqua fino al fiume. Era estate ed era caldo,  per avere l’acqua  infilavano una cannuccia nel muro del canale da dove, goccia a goccia, cadeva in una ciotola insieme alla terra. La sveglia era alle 4 e 30,  alle latrine era un’impresa,  il sapone si cambiava con un pezzo di pane, già scarso, non c’era nulla per asciugarsi ed in inverno  con 20° sotto zero era un problema. Si usciva al passo con la banda, chi  non ce la faceva veniva ucciso. Chi moriva al lavoro doveva essere portato all’appello. Eravamo considerati “pezzi” non uomini. La domanda che ci ponevamo in continuazione era se saremmo arrivati a sera. Al lager, ricorda, nascevano forti amicizie, nomina quella con Sami Modiano, un altro sopravvissuto ancora vivente. Al campo anche la solidarietà tra deportati faceva la differenza,  ricorda che un giorno la suola di una sua scarpa rimase attaccata al fango, restò quindi senza una calzatura, un altro prigioniero, Mario Spagnoletto, gli procurò un altro paio di scarpe. Il 27 gennaio del 1945 gli ultimi prigionieri furono liberati. Pesava  38 chili, vedevano i propri corpi rispecchiati negli altri. Solo 15 uomini e una  donna  sono riusciti a tornare, alla fine, a casa. La donna, Settimia Spizzichino,  ha cominciato da subito a gridare al mondo le nefandezze che erano stati costretti a  subire, dello scempio che  uomini avevano compiuto nei confronti di altri uomini. Lui, come altri, ha cominciato a parlare molto dopo, nessuno però, confessa, è mai riuscito a raccontare tutto. Sono stati gli amici che lo hanno aiutato a vivere, una volta stati all’inferno e non si può più essere una persona normale.

Non è possibile giustificare; una  spiegazione, una giustificazione non c’è. Coloro che hanno fatto ciò che hanno fatto non erano pazzi, se li dichiarassimo tali li giustificheremmo. Si accusano i tedeschi, ma con i tedeschi c’erano anche gli italiani e comunque erano conniventi.

Ricorda soprattutto ai giovani quanto già affermato da Primo Levi: “comprendere è impossibile ricordare è necessario” e continua “oggi io mi affido soprattutto a voi giovani perché la memoria è la cosa più importante di questo mondo per evitare che fenomeni come questo possano ripetersi in futuro!  Per favore ragazzi non fate prevalere il silenzio e l’indifferenza come purtroppo oggigiorno si sta facendo, di nuovo,  con il problema degli immigrati,  perché è proprio questo che uccide le persone”.

Tutti i testimoni mettono in guardia sul fatto che se l’uomo lo ha fatto una volta lo può rifare anche un’altra volta. Il messaggio che non ci deve mai abbandonare è non dimenticare, perché la memoria è una sentinella che fa stare sempre attenti, perché sai che nell’uomo  ci sono grandezze infinite ma c’è anche il male che può sempre venire fuori in ogni momento, se è successo una volta bisogna vegliare attentamente perché non succeda altre volte.

Palpabile l’emozione creatasi all’interno del teatro, emozione di cui i giovani hanno sempre più bisogno.

Grazie Piero per quello che continui a fare affinché la memoria non si spenga, perché si rifletta sui mali della storia, della vita.                                                                                                                                                                                        Eleonora Sportellini

I Giovani e Piero Terracina

Impressioni raccolte a caldo

Eleonora Sportellini: di fronte ad un tale testimone ho provato una grande emozione, il potergli parlare, l’avvicinarlo è stato per me molto importante, la grande differenza di età non era affatto un problema, mi sono sentita legata a lui con estremo rispetto ma anche con affetto, come una nipote fa con un nonno. La commozione,  il turbamento, l’eccitazione era tale che tremavo tutta. Sentir raccontare dalla viva voce di un protagonista, uno degli ultimi protagonisti, è stato per me un privilegio. Ho potuto apprendere molto, informazioni che mi rimarranno impresse per tutta la vita grazie anche al trasporto con cui Piero Terracina ha saputo trasmettere la sua dolorosa esperienza; lo ringrazio in particolare soprattutto perché il ricordare lo fa star male ancora oggi.

Alessia Della Ciana: con grande piacere ho tenuto per anni i rapporti tra la mia scuola, l’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali di Città della Pieve, e Piero Terracina, più volte sono stata a trovarlo a Roma; è per me un carissimo amico.  È un enorme regalo, una  grande emozione averlo potuto rivedere proprio nella mia città. Le sue parole, che  conosco benissimo, hanno il potere di scuotere le coscienze.

Samuele Perugino: penso che ciò che ha raccontato il signor Terracina sia un modo per far riflettere tutta l’umanità.

Il suo racconto è quello della sua vita, carica di dolore e di angoscia per ciò che ha passato in quella terra oscura, piena di nemici della ragione e di assassini sterminatori di persone innocenti. Se dobbiamo costruire un futuro migliore, dobbiamo farlo grazie alle nostre diversità e non con esseri umani “perfetti”. L’amore e la ragione sono la chiave per impedire che certi terribili eventi si ripetano.

 

 

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

Cinema e Moda

Alice-Cinema e moda-locandina

A.L.I..Ce. Umbria di Città della Pieve,  AVIS pievese, Comitato AMICI di Città della Pieve, con il Patrocinio del Comune della città del Perugino hanno organizzato per sabato 28 gennaio, alle ore 21,00 presso il Teatro degli Avvaloranti, l’evento “Cinema e Moda” –  da Piero Tosi a Mara Parmegiani. L’iniziativa, non nuova per Città della Pieve, quest’anno vuol ricordare con particolare affetto Mara Parmegiani impegnata nel campo del giornalismo e della moda. Con la gentile e straordinaria partecipazione di Liana Orfei e sotto la magistrale regia di Daniele Nannuzzi, legato da tempo alla città, gli spettatori saranno calati, di momento in momento, in differenti realtà cinematografiche sapientemente ricostruite. Seguirà una sfilata con gli abiti che attrici ed atelier di moda hanno regalato a Mara Parmegiani. Abbiamo il piacere di ricordare che l’iniziativa è stata realizzata grazie anche al volontariato di singoli e professionisti legati al settore delle acconciature e a quello dell’estetica. Sperando in una numerosa partecipazione, si ringrazia anticipatamente chi vorrà essere presente.

 

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

LA CANDELORA 2017

LoCandelora-001

 Lunedì       30 gennaio               ore    17.00   Santo Rosario

                                                                   ore    17.30   Santa Messa

 

Martedì     31 gennaio                 ore    17.00   Santo Rosario

                                                                   ore    17.30   Santa Messa

 

Mercoledì  1 febbraio                 ore    17.00   Santo Rosario

                                                                   ore    17.30   Santa Messa

 

Giovedì      2 febbraio                  ore    16.30   Adorazione

                                                                    Eucaristica con i ragazzi

                                                                    dell’Oratorio

                                                                     ore    17.30   Santa Messa

                                                                    con la benedizione delle candele

 

Tutte le celebrazioni si svolgeranno

nella chiesa di S.Maria dei Bianchi

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

La salute bene primario da difendere

INCONTRO 14 GENNAIO (1)-002

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

Premiazione Concorso Presepe 2016

Come di consueto, il giorno dell’Epifania, si è svolta la cerimonia finale del concorso “Il presepe in famiglia”. L’iniziativa promossa dalla Confraternita di S. Maria dei Bianchi, tende a valorizzare la tradizione del presepe. Anche quest’anno numerosi sono stati i partecipanti. I presepi, visitati e fotografati da un’apposita commissione, sono stati esaminati e giudicati.

Ai piedi dell’affresco del Perugino, l’Adorazione dei Magi, il Priore della Confraternita ha rivolto un breve saluto di benvenuto e ringraziamento ai numerosi presenti.

A tutti i partecipanti è stata consegnata una pergamena di partecipazione, un sacchetto di dolci e un gioco in legno come di consueto.

Infine i vincitori sono stati chiamati a ritirare i premi.

Categoria Scuole

1° premio – Scuola Primaria

Scuola E-001

2° premio – Scuola dell’Infanzia

Scuola M-001

3° premio – Secondaria 1°A

Scuola I-001

Categoria Famiglie

1° premio:

Checcarelli Asja, Manuel ed Emma

Fam 2-001

Fornaciari Serenella e Maria

Fam 4-001

Seghetta Laura e Matteo

Fam 1-001

2° premio                  Perugino Jaira e Francesco

Fam 5-001

Mennillo Azzurra

Fam 6-002

3° premio                   Oratorio BeatiFanciulli

Fam 3-001

Soluzione del gioco

SoluzioneGioco2016-001

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento

Un interessante incontro con la cultura nomade

foto Ortoudo Bermo

Il 20 dicembre gli studenti del “Calvino” di Città della Pieve ed in particolare quelli impegnati nel Presidio del Volontariato “Insieme si può”, con alcuni rappresentanti delle Associazioni Gruppo Ecologista “Il Riccio”, Donne “La Rosa”, A.L.I.Ce., hanno potuto incontrare, attraverso la testimonianza diretta e con l’aiuto di immagini, i popoli che hanno ricevuto in comodato d’uso 7 capre ed una mucca, rispettivamente i Wodaabe, nomadi del Niger, e i villaggi poverissimi di Basketo in Etiopia.

I Wodaabe, piccolo gruppo etnico di circa 45.000 persone, non esistono per il Niger, uno dei paesi più poveri del mondo.  Il loro nome significa “gente del tabù” ed infatti non si sono mai mescolati con gli altri gruppi etnici, ciò ha permesso loro di mantenere l’originalità della  cultura e la purezza delle tradizioni, le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Lottano per sopravvivere alla logica aggressiva che li circonda, da migliaia di anni attraversano l’area desertica del Sahel  sempre alla ricerca di pascoli per il loro bestiame. La presenza di Ortoudo Bermo rappresentante dei Wodaabe nonché membro dell’Assemblea nazionale del Niger, accompagnato da Luigino Ciotti presidente del Circolo Culturale “primomaggio” che ha descritto il Progetto ABBANAI ed ha introdotto economia, usi e costumi di questo popolo,  è stato sicuramente il “valore aggiunto”. Le sue parole, essenziale la traduzione della Professoressa del “Calvino” Paola Ceccarelli,  hanno toccato i punti deboli da tenere in considerazione per comprendere i problemi del suo popolo: la fame insieme alla siccità ed al conseguente avanzamento del deserto, il terrorismo dei paesi limitrofi, la crisi politica della Libia, il problema della colonizzazione e dello sfruttamento selvaggio, la scolarizzazione. Quest’ultima  ha avuto inizio solo nel 2001 grazie al contributo di Associazioni e Progetti esteri; Ortoudo stesso, quarantasettenne, si definisce analfabeta in quanto non ha potuto frequentare alcuna scuola.

Tavolo dei relatori

Le nuove generazioni arrivano anche a frequentare il liceo, ma occorre spostarsi e i costi sono altissimi; nella capitale Niamey, c’è un’Università ma i prezzi sono proibitivi. Le distanze tra i villaggi e la capitale sono enormi se si considera che non ci sono mezzi di trasporto; tutto ciò che può sottrarre dall’isolamento è a centinaia di chilometri di distanza. Ricorda che sua madre di recente è dovuta andare in ospedale e per raggiungerlo ha impiegato quattro giorni. Afferma che occorre una politica di infrastrutture che purtroppo non c’è. Rispondendo alle domande dei presenti ricorda che importante per la sopravvivenza del suo popolo è il bestiame che trattano con grande rispetto in quanto è la loro vita, ma anche l’adozione a distanza, infatti sebbene siano un popolo nomade i bambini rimangono al villaggio, ma c’è bisogno di strutture, di mense, se queste non sono garantite i bambini in età scolare vengono impegnati nella pastorizia.

 

Ortoudo con il gruppo del Presidio

Fondamentale è la sopravvivenza di questo popolo in quanto il rischio di avanzamento della desertificazione è maggiore quando nessuno  resta a presidiare il territorio, e quando  non si riesce  a sopravvivere  si tende a spostarsi in città con conseguente perdita di identità e cultura.

Situazione ugualmente disastrosa è quella dell’Etiopia, con problematiche molto simili per isolamento e povertà. L’economia di Basketo si è sempre basata su un’agricoltura di sussistenza che non è mai riuscita a svilupparsi e rafforzarsi;  in questa zona, a 578 km a sud di Addis Abeba, vivono circa centomila persone.

Al termine dell’incontro siamo sempre più convinti che il valore della solidarietà sia essenziale. Essere solidale significa sostenere qualcun altro, condividendone opinioni ed idee, ma è anche qualcosa di più profondo: un sentimento d’amore e di vicinanza che proviene dall’interno di ciascuno di noi. Aiutare chi è in difficoltà fa sentire migliori. Determinante è diffondere il valore della solidarietà poiché il mondo  ne ha bisogno.

Categorie: Città della Pieve | Lascia un commento