FAI – Luoghi del cuore: a caccia di voti per il Santuario di Mongiovino

Quest’anno al censimento nazionale del FAI “I luoghi del cuore” partecipa anche il Santuario della Madonna di Mongiovino. La neo costituita Associazione Mongiovino Valnestore, che opera per la promozione, ma anche la tutela ed il restauro del complesso monumentale annesso al Santuario, ha abbracciato, come primo intervento concreto di valorizzazione, la campagna di sensibilizzazione FAI “I luoghi del cuore”.

Il cinquecentesco Santuario di Santa Maria di Mongiovino situato in Valnestore, nel Comune di Panicale, è un vero gioiello artistico e culturale quanto un sentito luogo di culto religioso. La chiesa  è stata costruita dopo il ritrovamento miracoloso di un’immagine sacra di Maria, tutt’oggi custodita all’interno della chiesa e alla quale, nei secoli, sono stati attribuiti numerosi miracoli. Il Santuario a pianta centrale con croce greca inscritta e cupola ottagonale, è esternamente rivestito e decorato con pietra arenaria e al suo interno conserva la più importante decorazione ad affresco del secondo Cinquecento esistente in Umbria. Il complesso monumentale annesso alla chiesa, necessita di un intervento di recupero degli edifici e di una sistemazione esterna che permetta la fruizione del luogo da parte dei cittadini che, da generazioni, sono legati al Santuario, ma anche di una adeguata sistemazione per l’accoglienza turistica.

L’Associazione Mongiovino, grazie al censimento FAI “I Luoghi del Cuore”, la sensibilizzazione degli abitanti del posto, la partecipazione e il coinvolgimento attivo delle scuole e ad altre iniziative pensate per il luogo, spera di riportare la giusta attenzione al Santuario e alle sue potenzialità, immaginandolo ambiente vivo e fruibile a seguito di una fondamentale azione di recupero.

Collaborano all’iniziativa  la Confraternita del S.S. Sacramento di Mongiovino, Italia Nostra ed il Comune di Panicale. Le firme possono essere espresse sia con un semplice clic sul sito del FAI “I luoghi del cuore”-“Santuario della Madonna di Mongiovino”, oppure sottoscrivendo appositi moduli, scaricabili in Internet, e che l’Associazione mette a disposizione del pubblico, anche presso gli esercizi commerciali del luogo. La campagna è attiva fino al 30 novembre 2018. Una semplice firma può fare molto per il prezioso Santuario che merita di essere valorizzato e rilanciato. Per ulteriori informazioni potete contattare l’Associazione Mongiovino Valnestore, tramite Facebook o la posta elettronica associazione.mongiovino@gmail.com.

 

 

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“IL RICCIO” chiede più rispetto per il paesaggio calanchivo dell’Umbria.

L’Associazione Gruppo Ecologista “Il Riccio” nel suo scopo statutario di tutela e valorizzazione del territorio pievese e circostante si fa promotrice di progetti volti a far conoscere e promuovere i Calanchi di Fabro.

Località facilmente raggiungibile anche da scolaresche che potrebbero ammirare un paesaggio veramente particolare e constatare sul campo il fenomeno della erosione delle argille. La zona è ricca di risorse naturali care all’Associazione, che gestisce volontaristicamente il Museo  di Storia Naturale  e del Territorio di Città della Pieve, unico nel suo genere, e che ha già portato scolaresche alla non lontana spiaggia di San Lazzaro, ricca di fossili e di storia.

Un sabato mattina di agosto 2018, il Gruppo Ecologista ha organizzato un’escursione estemporanea lungo il percorso che attraversa questo “miracolo della natura”, che eccezionalmente possediamo. Si tratta, per chi non conoscesse il luogo, di fenditure nel terreno della zona Sud-Orientale di Fabro con crinali che si susseguono, l’uno dopo l’altro, ad “effetto onda” di colore grigio con tonalità biancastra. Una sorta di “Bianche Scogliere” in continua evoluzione di argilla e creta di origine oligocenica, dilavate dall’erosione millenaria degli agenti atmosferici.

Il termine di calanco indica infatti il fenomeno geomorfologico di erosione del suolo dovuto alla pioggia, che scavando i terreni argillosi poveri di vegetazione crea profonde spaccature e fenditure in continua evoluzione. Questo tipo di paesaggio, invero, non è mai uguale a se stesso ed è anche per questo che  l’ambiente risulta  affascinante e vitale, costellato di piccoli prati, arbusti e boschetti dove vive una ricca fauna selvatica. Molto interessante è l’origine geologica di queste crete, la cui formazione risale al Pliocene Superiore, circa 3.5 milioni di anni fa, quando il territorio di Fabro costituiva il fondale dell’antico Mar Tirreno, insieme a tutta quella area che poi avrebbe preso il nome di Val di Chiana. A testimoniare la presenza del mare in questo territorio sono i numerosi fossili che si possono trovare passeggiando. Il mare ha occupato queste zone per milioni di anni, fino alla prima parte del Pleistocene Inferiore, circa 1.8 milioni di anni fa. Durante questo lunghissimo periodo, il fondale del mare, abbastanza profondo e tranquillo, si è colmato di centinaia di metri di sedimenti sabbioso-argillosi che hanno dato origine alle argille dei  calanchi dal tipico colore grigio, note anche come Argille di Fabro. Queste furono utilizzate nei secoli per la fabbricazione della calce e dei laterizi. È ancora possibile vedere nelle case più antiche del centro storico i tipici mattoni giallo ocra prodotti nei secoli con queste argille locali.

“Il Riccio”, ricordando che detti calanchi sono stati oggetto, intorno a dieci ani fa, di un Progetto del GAL Trasimeno Orvietano e della Provincia di Terni: “Ecomuseo del Paesaggio dell’Alto Orvietano” che intervenne sui sentieri e posizionò tabellazioni e totem con tubi cannocchiale allo scopo di inquadrare aspetti particolari del paesaggio, auspica che le Istituzioni, Regione compresa, riconoscano l’elevato valore naturalistico di quest’ecosistema e valorizzino il paesaggio calanchivo di Ficulle, facendosene custodi e promuovendo un turismo di qualità, prima che venga del tutto abbandonato, se non distrutto per scopi indecorosi, come Le Crete di Orvieto, ove, oggi, i calanchi sono ridotti a principale discarica dell’Umbria.

 

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Con A.L.I.Ce. riprende la “Ginnastica di mantenimento”

A.L.I.Ce. Umbria di Città della Pieve, nella certezza che il movimento sia di vitale importanza per il recupero dopo ictus, parkinson, sclerosi multipla, interventi ortopedici alle articolazioni, eventi traumatici, mal di schiena, in caso di osteoporosi e artrosi,  ma anche per il semplice mantenimento della forma fisica e del non meno rilevante aspetto psichico legato alla sana aggregazione, comunica che a metà settembre riprenderanno gli ormai consueti  corsi di ginnastica di mantenimento.

A guidare le attività la  fisioterapista dott. ssa Melissa Mercanti che lo scorso anno ha riscosso il plauso dei corsisti.

La possibilità di scelta, in base alle problematiche personali, è tra:

  • attività specifica per persone con problemi neurologici, gruppi composti per un massimo da cinque persone, che si terrà presso la palestra della Casa della Salute di Città della Pieve;
  • attività destinata a persone con problemi muscolo-scheletrici, gruppi composti da 10/14 persone, da tenersi presso l’Oratorio di Città della Pieve.

Per entrambe le attività, in base al numero degli iscritti, potranno essere istituiti più corsi.

I partecipanti  prima dell’inizio dell’attività, verranno valutati singolarmente dalla fisioterapista. Gli incontri, che avranno inizio a settembre per terminare a giugno, si svolgeranno due volte alla settimana, di pomeriggio, con giorni ed orario da concordare.

Chi fosse interessato, per informazioni e iscrizioni, può  rivolgersi alla sede di A.L.I.Ce. presso la Casa della Salute di Città della Pieve o telefonare al n° 0578 297091, da lunedì a sabato dalle ore 10.30 alle ore 11.30, oppure scrivere utilizzando la e-mail dell’Associazione: aliceumbriapieve@tiscali.it

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Il “Riccio” interviene sulla Nuova Vetreria Piegarese

Il Gruppo Ecologista “Il Riccio”, Associazione di Volontariato di matrice ambientale, con sede a Città della Pieve, è venuto da poco a conoscenza della volontà, da parte della Vetreria Cooperativa Piegarese (VCP), già proprietaria di due ciminiere attive, di investire in un nuovo impianto industriale, che si vorrebbe realizzare a soli 2000 mt circa dalla fabbrica esistente, ubicata nei pressi di Piegaro.

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Il “Riccio” chiede partecipazione e condivisione nei procedimenti decisionali in materia ambientale

 

Il Gruppo Ecologista “Il Riccio” comunica di aver presentato istanza di inclusione, ai sensi dell’art. 7 e s.m.i. della Legge 241/1990, in quanto soggetto legittimato ad essere portatore di interessi diffusi, ed ai sensi del D.Lgs. 195/2005, nel processo decisionale che riguarda la possibile realizzazione di un impianto di carbonizzazione idrotermale, od eventuali altri impianti da parte della società ACEA nel complesso denominato “Ex Centro Carni di Chiusi” sito nel Comune della Città di Chiusi, nell’ottica di una partecipazione condivisa e propositiva in materia ambientale. Si  coglie l’occasione per ringraziare la Giunta Comunale di Città della Pieve, ed in particolar modo, l’Assessore all’Ambiente, Catia Buiarelli, per aver presentato la mozione, sollecitata da “Il Riccio” ed accolta all’unanimità, che impegna l’Amministrazione Comunale, relativamente allo stesso impianto, di farsi parte diligente, per aprire approfondimenti finalizzati alla tutela ambientale e della salute collettiva, e di prendere parte al processo decisionale, in qualità di Comune confinante, fortemente interessato per le correlazioni di ricaduta nell’ambiente. L’Associazione “Il Riccio” invita tutte le Amministrazioni, le Associazioni e le Organizzazioni  competenti sul territorio ad integrarsi in quest’ottica di cooperazione e collaborazione propositiva in materia ambientale, affinché i processi decisionali acquisiscano una maggiore trasparenza e democraticità. Il moltiplicarsi delle osservazioni e la prospettiva estesa ad un parterre poliedrico accresce esponenzialmente anche la qualità dei provvedimenti presi, così improntati ed attenti agli interessi eco-sistemici e dei cittadini tutti.

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“Il Riccio” salva un giovane capriolo

Venerdì 27 luglio, nel tardo pomeriggio, il Gruppo Ecologista “Il Riccio” è stato contattato per il salvataggio di un capriolo accidentalmente investito da due auto e finito  in una scarpata a bordo strada, nei pressi di Città della Pieve in direzione Monteleone d’Orvieto. Per recuperare il giovane capriolo è stato necessario aprire un varco tra rovi e piante infestanti e tirare su il malcapitato.  Non è stato semplice trovare un CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di zona che potesse, in breve tempo, prestare il giusto soccorso. Solo grazie alla pronta risposta dell’Associazione WildUmbria, ed in particolare della zoologa Francesca Vercillo, è stato possibile trovare una struttura idonea alle cure ed al recupero dell’animale ferito. Da sottolineare come l’interessamento degli involontari investitori e di quanti si sono avvicendati in questo particolare primo soccorso, ha permesso il salvataggio: il capriolo oggi è perfettamente guarito ed è già tornato libero. Una brutta esperienza finita bene. Un grazie a chi ha dato, come ha potuto, il proprio contributo a questa storia a lieto fine.

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Il Gruppo Ecologista “Il Riccio” ringrazia per la straordinaria partecipazione alla “Notte della Luna Rossa”

Il Gruppo Ecologista “Il Riccio” di Città della Pieve esprime soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa in occasione della  Notte della “Luna Rossa”. L’appuntamento era fissato per venerdì 27 luglio, alle 21:00 circa, presso il Centro Studi Poggio del Fuoco. Ad attendere coloro che hanno accolto l’invito, oltre a Riccardo Testa del Gruppo Ecologista “Il Riccio”, alcuni ragazzi del “Gruppo astrofili Luca Mantovani”: Paolo Panzetta di 16 anni, Davide Mariottini di 17 anni, Jacopo Filardi  ed  Arthur Veo entrambi di 18 anni, con ben tre telescopi ed un binocolo. Animati tutti dalla passione e dalla voglia di condividere conoscenze e curiosità su una notte veramente particolare e sui suoi “attori”: Venere, Luna, Marte, Giove, Saturno e la volta celeste visibile da quel luogo. Una folla, oltre le più rosee aspettative, ha invaso Poggio del Fuoco, sicuramente oltre 200 persone, interessate alle parole di Riccardo ed in particolare dei ragazzi che si sono mostrati all’altezza della situazione, strappando applausi e complimenti. Un osservatorio di rilievo per il quale dobbiamo ringraziare doverosamente l’Associazione “Nuova Era” che ha permesso questa manifestazione concedendoci lo spazio e  curando l’accoglienza. Un grazie da parte de “Il Riccio” naturalmente ai tantissimi intervenuti da Città della Pieve e dai paesi limitrofi, ai ragazzi del “Gruppo astrofili Luca Mantovani”, alla loro prima uscita, per l’attenzione e l’entusiasmo che mostrano allo studio delle scienze e della volta celeste, nel ricordo di Luca Mantovani che più volte guidò, con “Il Riccio”, interessanti e partecipate osservazioni astronomiche, da lui sempre arricchite da coinvolgenti racconti di stampo scientifico e mitologico. Con le sue ricerche e le sue lezioni,  seppe spaziare con padronanza in un campo che lo appassionò per tutto il corso della sua vita, al punto che seppe accendere di quello “stesso fuoco” chi ebbe la gioia di conoscerlo. “Il Riccio”, dal canto suo, manifesta verso il “Gruppo astrofili Luca Mantovani”  massima attenzione e promette nuove prossime osservazioni della volta celeste.

 

 

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“Occhi al cielo” L’eclissi totale di Luna più lunga del secolo

Il 27 luglio anche a Città della Pieve, in una delle tante campagne umbre, dove le luci artificiali non giungono ad offuscare la bellezza del cielo, è stata organizzata un’osservazione astronomica con l’ausilio di strumenti amatoriali. Ci si ritroverà presso il Centro Studi Poggio del Fuoco con gli occhi rivolti a sud-est, per un evento aperto a tutti, ad osservare l’eclissi lunare più lunga del secolo,  inseme alla grande opposizione di Marte, e poiché si dovrà attendere fino al 2100 perché questo evento possa ripetersi, il consiglio è quello di non perdere l’opportunità unica di goderne il suggestivo spettacolo.

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Al Centro Socio-Culturale “L’Ombra del Nocciolo” in mostra le foto del concorso “Quel filo sottile… che ci unisce”

Dopo la premiazione del concorso “Quel filo sottile… che ci unisce”, avvenuta il 3 giugno, le foto, una trentina, sono in mostra al Centro Sociale “L’ombra del Nocciolo”, primo piano di  Palazzo Orca, in via  Vittorio Veneto, 6 – Città della Pieve, nelle ore di apertura dalle 16.00 alle 19.00. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo concorso. La Commissione (Chiara Cottini – psicologa, Lorenzo Dogana – fotografo e docente, Patrizia Ciminati – pubblicista e Presidente Associazione Culturale “Valigia blu”) ha motivato, in modo dettagliato, le opere premiate:  “The way of line” di Samuele  Toppi. per la sezione ragazzi; “Ara Pacis” di Claudio Giulio,  “Passato e presente” di Verther Vicini,  “Per sempre” di Romina  Ricci, per la sezione adulti. Oltre alle foto  premiate la Commissione, che si è trovata a dover giudicare opere di tutto rilievo, ha voluto segnalarne ancora tre: “La terza età” di Riboldi Mauro, “Ritratti di storia” di Donati Piero, “Frullato di felicità” di Stefano Stefanoni. L’Accademia “Pietro Vannucci” ed il Centro Socio-Culturale “L’Ombra del Nocciolo” assicurano che è  in programma per il prossimo anno la seconda edizione del concorso “Quel  filo sottile… che ci unisce”. È già prevista inoltre la realizzazione di un catalogo delle opere pervenute, naturalmente bisognerà aspettare un adeguato numero edizioni per avere materiale sufficiente.

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Museo e Cripte del Duomo

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